Contributi Critici

Laura Sesler

La pittura di Felice Cremesini, volta allo studio della realtà, si inserisce nel solco della lunga tradizione figurativa occidentale e, guardando con moderna sensibilità al linguaggio e alla tecnica dei grandi maestri del passato, interpreta la complessità del mondo interiore dell'uomo, mediante il ritratto, genere pittorico che particolarmente ama. Il suo interesse artistico è rivolto anche a fissare le emozioni suscitate dai colori e dalle atmosfere di differenti paesaggi e dalla varietà dei toni cromatici e delle forme degli elementi accostati nella composizione di “ nature morte”, in cui melagrane, zucche e alchechengi sono espressione della fecondità della terra e al tempo stesso veicolo di significati simbolici sottesi a queste figurazioni nel corso dei secoli. Di carattere riflessivo, Cremesini è portato a cogliere con acuto spirito di osservazione i dettagli delle immagini, rivelati da sapienti interventi della luce contrapposta all'ombra, e fissati con minuta precisione nei quadri ad olio che, secondo l'antica tecnica, lentamente dipinge mediante la sovrapposizione di strati di velature sui colori di base. Nella personale “Condivise emozioni”, prevalente è la presenza dei ritratti in cui l'accurata descrizione dei dati fisionomici si accompagna ad un attento studio delle molteplici emozioni e fuggevoli espressioni di sorpresa, curiosità, birichini propositi, improvvisa malinconia o pensosa riflessione, che appaiono sul viso dei bambini o degli stati d'animo che dal profondo affiorano sul volto di donne di età diverse, svelandone le segrete tensioni interiori. L'artista che si avvale di un diversificato gioco di ombra e di luci per esaltare il ruolo espressivo degli sguardi, è un fine interprete della sensibilità femminile, e in un gruppo di tele, che hanno il valore emblematico di un trittico della vita, coglie con particolare intensità momenti psicologici propri dell'infanzia, della giovinezza e della vecchiaia. Nella “Protesta di Alice”, la protagonista , che imbronciata si isola al margine dello spazio dipinto, manifesta, con il suo capriccioso atteggiamento, il dissenso infantile nei confronti delle regole create dagli adulti e la volontà di dissociarsi dal loro mondo per affermare la propria individualità. Nella seconda tela la giovane donna che, sospesa “Tra sogno e realtà,” guarda avanti e rivolge il pensiero al proprio futuro incerto ma carico di speranze, simbolicamente espresse dal fascio di luce radente che sfiora il volto sottraendolo dall'ombra, evidenzia un sentimento di sottile inquietudine , che la accomuna a tante coetanee, timorose di non poter realizzare i propri progetti di vita .Nel terzo dipinto la figura di una vecchia, che avvolta come in un abbraccio dalle calde tonalità dell'ampia veste marrone, spicca contro il bianco calcinato del muro di una casa, esprime il senso di un “ Solitario tramonto” popolato di ricordi del passato ma anche incuriosito dal presente e malinconicamente desideroso di dialogare come indicano i grandi occhi spalancati verso lo spettatore. Il problema , sempre più diffuso, della solitudine dell'individuo all'interno della nostra società diviene oggetto di ampia riflessione nei lavori che spostano l'attenzione sui giovani, immersi in un mondo tecnologico che sembra aver dimenticato l'importanza dei valori umani . Ragazzi e ragazze vengono raffigurati da Cremesini mentre affidano all'esperto uso dei moderni strumenti, prodotti dall'industria e imposti da una martellante pubblicità, l'intimo e innato bisogno di comunicare con i propri simili. Diversamente colpiti dalla luce hanno espressioni e atteggiamenti diversi ma, in piedi o seduti, non figurano quasi mai al centro della tela, generalmente priva di precisi riferimenti spazio-temporali per meglio evidenziare il solitario estraniarsi dalla concreta realtà del vissuto per proiettarsi in una dimensione virtuale senza limiti o confini, suggerita dalla vibrante lavorazione dello sfondo. Stringono tra le mani il “telefonino”, e le dita scorrono sulla tastiera per soddisfare differenti aspettative, indicate dalle espressioni dei volti, ora intensamente concentrati nell'attesa di ottenere risposte ai personali dubbi esistenziali, ora attentamente impegnati nella richiesta di informazioni o pigramente interessati a scambiare “amichevoli” conversazioni per interrompere il noioso scorrere delle ore. Sono immagini che con drammatica forza espressiva, non priva talvolta anche di una certa ironia nella descrizione di omologati comportamenti giovanili, vogliono riportare all'attenzione il problema della difficile comunicazione interpersonale all'interno della odierna società e della cultura globalizzata


Girolamo Zampieri

Felice Cremesini, i suoi colori e le sue brillanti invenzioni compositive, capaci di conciliare l’armonia formale con cadenze fugaci di luci e di ombre. Il suo classicismo, il voler trovare le belle forme degli antichi attraverso il ripristino d’una vocazione antica di perfezione ha sollecitato il suo impegno di fatica e di studio per un linguaggio pittorico intenso unito all’uso attento del colore, al quale vi appare non disgiunto, e anzi confuso sino a farne un’incredibile unità d’atteggiamento. Alla severità rigorosa della distribuzione disciplinata degli spazi e degli oggetti, della disposizione naturale e simbolica della luce, nonché dell’uso di velature unite a una sapiente stesura del colore.

Sino all’estenuazione, egli drizza la propria tensione alla rappresentazione della natura, al cui centro colloca la figura umana, non tanto con la volontà di riprodurre semplicemente la realtà, così come essa appare, ma, in funzione del controllo più rigoroso dell’effusione della fantasia pittorica, rilevando con caparbia applicazione l’interiore necessità di perpetuare il miracolo degli eterni valori di bellezza e armonia, d’intimità, di ricordi, di stati d’animo, di nostalgie e desideri che molto spesso s’inseguono ma, nella maggior parte dei casi, rimangono non esauditi. Ecco, sono immagini che escludono gli intenti di un’idealizzazione sterile; intenti che, viceversa, lo hanno portato a guardare ai principi classici del linguaggio figurativo, con costante ricerca d’una prosecuzione di questo linguaggio, in modo attuale e innovativo, che superi l’umiliante replica.

Così si dipanano le testimonianze figurative di Felice Cremesini. E non sono le sole, se pensiamo ai giorni fervidi che hanno caratterizzato il suo totale impegno all’Arte, propizio alla semina e allo sbocciare delle speranze magnifiche e progressive, alla voglia di dipingere facendosi silente con la sua primaria attività lavorativa. Anzi, abbandonandola del tutto per dedicarsi con coriacea pervicacia a comunicare, attraverso il colore, valori d’estetica, d’intimi sentimenti nostalgici e spirituali. V’è, nelle sue opere, annullata la staticità che di solito diventa ripetitiva nonostante il variar degli atteggiamenti. In lui v’è programmazione, ch’è esplicita, palese, addirittura eloquente allorché vien posto di fronte a temi religiosi o a ritratti o autoritratti. La bellezza delle figure, incontaminata e apparentemente fredda, si scuote: i volti dei personaggi diventano spie dell’anima, la determinazione ferma degli sguardi punta come a un destino da conquistare con fatica. Nei suoi ritratti e autoritratti è un continuo spiare in se stesso il proprio interiore destino, il tempo “portato dentro”: gli slanci, le incertezze, il trascorrere degli anni cogliendo il mutare del fisico aspetto. Poetica illusione? No di certo, ma poesia di tratti psicologici, amalgamando e sfumando sapientemente il colore con squarci di luce e di ombre. V’è, nel rendersi spettatori delle sue opere, l’allusione a un coinvolgimento nella trama delle significazioni simboliche, ben presenti nei soggetti a carattere religioso. E non ho sollevato che una questione, tra molte altre che si potrebbero convocare: laddove, costante, resta il punto principale, che non può non coinvolgere la stessa realtà inalienabile dell’opera d’arte di Felice Cremesini.


Elena Gollini

La produzione pittorica di Felice Cremesini risente dell’influenza dei grandi maestri del 18° e 19° secolo e di quei pittori del passato, che hanno fatto della cura minimale e certosina verso il dettaglio e della precisione estetica una componente costante e imprescindibile del loro percorso di evoluzione stilistica. Osservando i suoi quadri, si rimane coinvolti in uno stato contemplativo e meditativo, distaccandosi dal brusio caotico del tempo contingente, per immergersi e penetrare dentro un’atmosfera evocativa e quasi incantata. Nell’animo dell’osservatore sensibile e recettivo, si destano e risvegliano antichi ricordi, nella magia del legame profondo con il passato e con il vissuto. Cremesini, nel riverbero della tradizione, delinea soluzioni con intensa valenza estetica e sostanziale ed è artefice di un’arte personale, basata sull’essenziale e lineare pulizia formale e sull’armonia sobria e garbata delle proporzioni. Nelle opere emerge appieno la consolidata e radicata padronanza pittorica, che sviluppa un’impostazione scenica teatrale, intrisa da un’impronta distintiva assolutamente riconoscibile ed esclusiva. Cremesini appare come un artista moderno ed al contempo fuori dal tempo contingente attuale, mantenendo la piena lucidità interpretativa della realtà, ma anche formulando una chiave di lettura mai fotografica, né copiativa. Egli è capace di interpretare e riprodurre il dato reale e oggettivo e di offrire una sintesi figurativa, pervase da una trama e da una tessitura fittissima di sentimenti, emozioni, stati d’animo, che integrano, rafforzano e completano l’impianto rievocativo. Dostoevskij diceva “La bellezza salverà il mondo” e per Cremesini, senza dubbio, l’arte è una delle più straordinarie forme di bellezza. La chiave di lettura delle percezioni proposte, è contenuta nella misurata e calibrata ricerca del perfetto effetto chiaroscurale, delle velature e sfumature cromatiche e tonali, dell’impeccabile perizia tecnica elaborativa del disegno, che recuperano e attingono dai principi fondanti della miglior tradizione figurativa italiana. Le narrazioni figurali possiedono un taglio classico, sapientemente valorizzato in versione contemporanea e sempre attuale. Lo spettatore viene spronato a una profonda analisi introspettiva, per cogliere il connotato qualitativo sostanziale, insito nelle immagini. Nella pittura di Cremesini si mescolano insieme in commistione materia e anima, nell’intento di trasmettere oltre l’impianto estetico fine a se stesso e di riscattare e affrancare il mezzo pittorico dalla progressiva crisi d’identità, a cui è esposto. Per lui, fare arte significa imparare a dialogare con linguaggi propri della cultura contemporanea, pur mantenendo integre e intatte le solide e vigorose radici di stratificazione e sedimentazione della memoria estetica passata e delle categorie dell’universo classico, che ancora rendono riconoscibile, in modo qualificante, la nostra figurazione in qualunque parte del mondo. Cremesini accoglie questa preziosa eredità e la fa sua, allineandosi a quanto dichiarato dal maestro figurativo tedesco Gerhard Richter, che asseriva: “L’arte nel senso proprio del termine, esiste malgrado tutto, è sempre esistita e continua ad esistere in quanto aspirazione suprema della verità. È la forma più perfetta della nostra umanità”.


Renato Manera

L'arte per Felice Cremesini è una forma di inno, che celebra l'amore e la passione per il bello, per la proporzione, per l'ordine, per la compostezza, per la grazia, per l'armonia.



Vittorio Sgarbi

«È una pittura che vuole fare della semplicità la sua forza, quella più caratteristica di Felice Cremesini, immersa totalmente nell'esperienza del quotidiano, trovando in una composizione, un'inquadratura decentrata, un primo piano, il motivo iniziale di piccoli racconti, fatti di cose elementari, ma non per forza banali, che accompagnano l'artista come in un diario esistenziale e propongono riflessioni a mezza voce sul senso della vita».



Elena Gollini

Il linguaggio pittorico di Felice Cremesini è fedele testimone e discendente della ricerca figurativa italiana della tradizione, figlio di un realismo descrittivo sempre attuale. Attraverso una ricerca attenta e coerente, seleziona immagini e soggetti protagonisti e li fa suoi con una consapevole maturità ideativa ed esecutiva ad ampio respiro.



Alberto D’Atanasio

Se è vero che c’è una soglia in cui chi guarda il mondo con la razionalità, il pragmatismo e il materialismo si ferma e oltre può andare solo chi ha il coraggio di un bimbo e il cuore di un poeta, allora Felice Cremesini è tra quelli che possono varcare quella soglia.

Egli con la sua pittura permette di vedere fiabe che si vestono dei significati moderni, attuali. E’come se con la sua pittura e il suo modo di vivere l’arte il tempo si fermi per dar spazio ai tempi dell’incanto, al ritmo della memoria e alla poetica dei ricordi.



Salvo Nugnes

La pittura di Felice Cremesini racconta uno studio lento e accurato, come viene richiesto dall’antica pittura ad olio, e una affascinante sensibilità. I suoi quadri descrivono la natura che si intreccia con la quotidianità e l’esplorazione psicologica dell’uomo, mostrando come egli non possa esistere senza i suoi desideri e le sue domande sul futuro e sul senso della vita. La realizzazione di tali capolavori racchiude in sé una profonda conoscenza dei contrasti luce-ombra e dei volumi delle forme, manifestando un’espressività e una precisione tecnica ineguagliabili.



Elena Gollini

Il linguaggio pittorico di Felice Cremesini è fedele testimone e discendente della ricerca figurativa italiana della tradizione, figlio di un realismo descrittivo sempre attuale. Attraverso una ricerca attenta e coerente, seleziona immagini e soggetti protagonisti e li fa suoi con una consapevole maturità ideativa ed esecutiva ad ampio respiro. Elena Gollini



Salvo Nugnes

Una pittura analitica e rivelatrice di contenuti simbolici:questa è l'arte sensibile di Cremesini Felice. La precisione fisionomica e lo studio delle emozioni fanno da padrone nella realtà che l'artista ritrae attraverso una profonda conoscenza degli effetti chiaroscurale della luce. L'uso della tecnica ad olio racconta la lenta e riflessiva elaborazione delle forme che l'artista compie per avvicinarsi nel modo più realistico alla psicologia umana facendo trasparire sulla tela fragilità e profondità dell'anima. Salvo Nugnes



Salvo Nugnes

Towards Artificial Intelligence e Verso la singolarità si discostano dall’ormai consolidata produzione di Felice Cremesini. Dov’è il riferimento alla quotidianità? Il tema che parrebbe fantascientifico e che invece è un futuro più che fattibile viene sviluppato in realtà come un problema che assilla i nostri pensieri. Da qui si ritorna perciò al quotidiano, all’occhio attento dell’artista che percepisce con preoccupazione l’evoluzione di un nuovo Adamo e di una nuova Eva che possono fondersi in un’unica creatura, androgina, si, ma comunque non più umana.



Salvo Nugnes

Sfondo e figura umana: Felice Cremesini concentra la composizione su questi due elementi, alla maniera degli antichi maestri, a cui si ispira, trovando il modo per far emergere la contemporaneità, un gusto moderno. Il contrasto che viene a crearsi tra la precisione dei volumi e delle ombre e la piattezza del cielo e del prato, la particolare scelta di non inquadrare al centro la figura femminile lasciano un senso di incompiuto eppure liberando lo sguardo, schiodano il nostro pensiero dai canoni. Ascoltando il silenzio alza il sipario sulle sensazioni, le nostre. Che cosa sentiamo?



Salvo Nugnes

L’annuncio profetico dell’appressarsi di una nuova era, quella dell’intelligenza artificiale, di un nuovo Verbo che si fa carne e che non distingue tra generi, viene tracciato sulla tela a urgenti pennellate. Felice Cremesini ci lascia un sogno dai contorni sfocati, uno spazio apocalittico dove esiste solo lo scorrere di un tempo poco favorevole e dove l’uomo, solo corpo, è destinato a tramutarsi in qualcos’altro. Le cromie terrose enfatizzano ancor più l’imminenza di una realtà che tocca tutti da vicino, in questa vita e in questo mondo.



Roberto Villa

L’arte di Felice Cremesini si rifà ad una pittura figurativa e “contenutistica” che, basata su una sapiente tecnica pittorica, rappresenta soggetti e momenti, della vita quotidiana come di tipo satirico, di taluni personaggi del mondo passato o contemporanei. Appare come coefficiente stilistico, ma non privo di significato, lo spazio vuoto in cui le sue figure sono costantemente rappresentate, di fatto questa scelta aumenta l’attenzione e la percezione di quanto il quadro rappresenti. Il felice controllo delle luci consente al pittore di far vivere le sue figure sia tra una ipotetica realtà sia in un limbo autenticamente pittorico, situazioni irreali. Questa dimensione, onirica per una parte e satirica per l’altra, non è certamente una componente assente al successo dei lavori pittorici di Cremesini.



Anno 2021

Francesco Alberoni

Felice Cremesini custodisce l’amore per la pittura come fosse un prezioso gioiello dal valore inestimabile.
Appassionato fin da ragazzo, intraprende un viaggio di ricerca nell’animo umano, studiando la realtà fisica e psicologica e osservando attentamente la natura circostante, conferendo ai suoi protagonisti emozioni coinvolgenti e ai suoi paesaggi atmosfere suggestive. Coraggioso nella scelta dei colori, è in grado di far risplendere la luce anche dal buio più cupo, trasmettendo un messaggio di speranza, di amore per la vita e diffondendo un dolce senso di benessere. Abile nel saper cogliere sentimenti e pensieri nelle espressioni dei suoi personaggi, li rende vivi e dona loro una potente dote comunicativa. L’artista possiede una sensibilità che profuma di moderno, seppur saggiamente unita al passato attraverso un legame indissolubile, e che risveglia nell’osservatore sensazioni suggestive ed indelebili.
Cremesini e la sua arte ispirano passione e autenticità nel pubblico, con il quale condivide pensieri ed emozioni, offrendogli interessanti spunti di riflessione sull’esistenza, della quale dovremmo saper apprezzare l’essenziale bellezza, e sulle attuali problematiche troppo spesso ignorate.
Brillante ed ironico, raffinato e umanamente ricco, Cremesini rende ogni dipinto un meraviglioso contenitore di sensazioni ed uno splendido ricordo da proteggere e tramandare alle generazioni future.



Roberto Villa

Felice Cremesini è un sapiente pittore figurativo e “contenutistico”, che con tecnica ed emozione dona la vita a personaggi contemporanei in armonia con il mondo del passato. Il suo è un linguaggio artistico intenso, elegantemente si serve di sfumature e sguardi. Cremesini abilmente gioca con luci, ombre e spazi vuoti, volti ad amplificare la percezione che l’osservatore ha del quadro.
I soggetti che impegnano il nostro Artista sono principalmente figure umane, le cui espressioni costituiscono un contenitore di significati simbolici che, seppur apparentemente immediati, necessitano di una decriptazione personale del fruitore. Apprezziamo fra le sue opere anche rappresentazioni di paesaggi e nature morte, con le quali l’Autore ricrea atmosfere suggestive ed irreali, immerse in una dimensione onirica e non priva di aspetti satirici.
Cremesini cela tra le ombre allegorie e metafore emblematiche, che guidano lo spirito critico del pubblico verso riflessioni profonde sull’esistenza e sull’essenza della vita, rilasciando un senso di gradevole benessere e travolgendo con una particolare sensibilità.



Vittorio Sgarbi

Deve avere le idee chiare, Felice Cremesini, su ciò che va inteso per pittura, così come si può dedurre anche da una sua opera del 2019, Lo stato dell’arte. È ciò che raffigura, ovvero ciò che per comunicare riproduce le sembianze del visibile, a partire da quelle dell’uomo, centro di una riflessione sul senso delle cose che oscilla fra la dimensione del quotidiano e l’incertezza per ciò che il futuro ci può riservare. Se si raffigura è perché l’arte, se vuole essere davvero strumento di meditazione, lo può essere solo su ciò che si riconosce con gli occhi. Per questo Cremesini dipinge tutto ciò che ritiene degno di pensiero, muovendosi liberamente fra più generi come se ne esistesse uno solo, il suo.
Ci sono gli uomini, le donne, i bambini, nell’universo creativo di Cremesini, in rapporto particolare con l’ambiente con cui interagiscono, come se del reale si aspirasse a cogliere il concetto. Ci sono le nature morte, a meditare sull’arte più ancora che sulla natura. Ci sono i paesaggi, forse il soggetto di maggiore soddisfazione per Cremesini, specie quando imposta la rappresentazione sul connubio fra empatia romantica e ricerca di quello stesso esprit de géometrie che rinviene nelle nature morte. Ci sono, poi, i quadri che più degli altri sarebbero intenzionati a imbastire un discorso, sia che affrontino il tema religioso, sia che introducano occasioni di ragionamento sul destino del genere umano nell’epoca dell’avvento dell’intelligenza artificiale. Un fine primario, più di altri, Cremesini sembra riconoscere alla pittura: imporre la stasi a ciò che è spontaneamente mobile. Perché è solo questa la condizione che permette di pensare.




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